A cura di Giovanni Florio
Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, immerso nella Valle del Fiume Lao sorge Papasidero uno dei più antichi borghi basiliani della Calabria. Qui, rocce carbonatiche, pareti di faglia, resti di un antico oceano, inghiottitoi, gole e grotte carsiche formano un patrimonio sotterraneo, arricchiti da stalattiti e stalagmiti, che superano i 600 metri, dove spicca l’Abisso del Bifurto profondo 683 metri e la Grotta – Riparo del Romito, risalente al tardo Pleistocene.
Le ricerche archeologiche condotte nella Grotta del Romito, a partire dagli anni ’60, hanno rivelato una straordinaria stratigrafia che documenta la presenza dell’Homo sapiens nel Paleolitico superiore, nel Mesolitico e nel Neolitico. Gli scavi hanno riportato alla luce importanti testimonianze, tra cui sepolture multiple e singole, che ci offrono uno sguardo affascinante sulla vita spirituale e sociale delle popolazioni preistoriche.
Uno degli elementi più iconici della grotta è l’incisione del Bos Primigenius, un uro preistorico scolpito su un grande masso all’ingresso del riparo adiacente. Questa opera d’arte rupestre, datata a oltre 10.000 anni fa, rappresenta uno dei più importanti esempi di arte verista paleolitica nell’area mediterranea. La precisione anatomica e la maestosità della rappresentazione ne fanno un’opera straordinaria, paragonabile alle incisioni rupestri di Francia e Spagna.
Un altro aspetto affascinante della Grotta del Romito riguarda le numerose sepolture rinvenute all’interno della grotta e nel riparo esterno. Tra queste, la scoperta del Romito 1 e 2, una sepoltura doppia ritrovata nel 1963, ha svelato molto sui riti funerari del Paleolitico. Anche le successive scoperte, come Romito 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9, hanno arricchito la comprensione della vita spirituale e sociale delle comunità antiche che abitavano la zona. Le rocce del riparo esterno sono inoltre caratterizzate da numerose incisioni lineari enigmatiche, realizzate con profondità e precisione. Questi segni, sebbene il loro significato resti un mistero, potrebbero rappresentare simboli rituali o ferite di caccia, come suggerito da alcune teorie. Il fascino di queste incisioni sta nel loro simbolismo nascosto, che potrebbe avere una connessione con riti di caccia o essere parte di raffigurazioni più complesse, forse accompagnate da pitture ormai scomparse.
All’interno del Parco archeologico di Papasidero è possibile visitare l’Antiquarium l’Archeodromo. Nel primo vi sono esposti strumenti litici e ossei, ornamenti, calchi delle sepolture e riproduzioni delle incisioni artistiche. L’Archeodromo è un grande spazio all’aperto che ospita la ricostruzione di tre capanne che mostrano altri modi dell’abitare durante il Paleolitco alternativi alla grotta e al riparo sotto roccia.
Oltre all’area archeologica del Romito, Papasidero è una meta ideale per chi cerca avventura e relax immerso nella natura. Il fiume Lao, che scorre nelle vicinanze, è perfetto per gli amanti del rafting, offrendo percorsi emozionanti che attraversano canyon e rapide, regalando scenari spettacolari. Il Santuario della Madonna di Costantinopoli di Papasidero, incastonato tra la roccia, aggiunge un elemento di spiritualità al fascino naturale, diventando meta di pellegrinaggi e luogo di pace e meditazione.
Grazie alla sua combinazione di storia, natura e cultura, Papasidero e l’area circostante offrono un’esperienza completa e costituisce una meta perfetta per diverse nicchie di turismo, come quello scolastico, permettendo agli studenti di esplorare la preistoria in un contesto reale e affascinante. Le meraviglie naturali e archeologiche della grotta e del riparo, insieme alle bellezze paesaggistiche di Papasidero, la rendono anche un luogo ideale per il turismo naturalistico e culturale.