Le Spiagge di Tropea si alternano in spiagge libere e attrezzate.
Oltre alle spiagge più conosciute, esistono nella parte Sud Ovest dal centro antico, andando verso Santa Domenica di Ricadi, piccole baie e calette lontane dalla massa, ideali per chi vuole trascorre una vacanza in pieno relax in alcune delle spiagge più belle della Costa degli Dei.
In questo tratto di costa troviamo le spiagge più selvagge, contaminate solo dalla macchia mediterranea e da un mare terso, riservate e avvolte da misteri e leggende.
La prima spiaggia che si incontra andando verso Sud Ovest è la spiaggia che porta il nome “Passo del Cavaliere”. Questo tratto di costa è disegnato e profumato da vaste radure e scogli a strapiombo sul mare. Il nome di questa spiaggia, risale ad un’antica leggenda pervenuta ai giorni nostri sia attraverso racconti popolari, ma anche attraverso opere di storici e studiosi locali.
La leggenda narra infatti che in un’epoca imprecisata, in cima alla scogliera, un nobile cavaliere in sella al suo cavallo incontrò una giovane amazzone impegnata a raccogliere i fiori. Per il cavaliere fu amore a prima vista, diversamente per la bella amazzone che rifiutò ripetutamente le sue lusinghe.
Il cavaliere risentito dai continui rifiuti della giovane donna, iniziò un rapido inseguimento in sella al suo corsiero, per tentare di rapire la giovane, la quale conoscendo il luogo, cominciò a correre verso il precipizio coperto dalla fitta e ingannevole vegetazione. Con un’abile e astuta finta la giovane fece cadere nell’inganno il cavaliere, che precipitò insieme al suo cavallo sfracellandosi sugli scogli. Da qui il nome “il Passo del Cavaliere”, un tratto di costa rocciosa con piccole calette nascoste.
Proseguendo, poco più avanti, troviamo una spiaggia incantevole che prende il nome di Petri i Mulinu. Questa piccola spiaggia, racchiusa tra le rocce tufacee, non è velata da leggende o misteri, bensì da storia, archeologia e cultura di antiche tecniche di estrazione del granito. Petri i Mulinu italianizzato Pietre di Mulino è un tratto di costa, che anticamente era servito come cava di granito per estRarre le macine che servivano per i numerosi frantoi e mulini presenti nel comprensorio di Tropea. Ancora oggi si possono ammirare grandi macine in stato di semilavorato, di diverse dimensioni fino a formare delle vasche, ma anche due possibili bitte di ormeggio, che con molta probabilità furono adibite all’ancoraggio delle imbarcazioni per il trasporto dei materiali lapidei. Grazie al suo interesse storico e artistico la Spiaggia Petri i Mulinu è tutelata da un vincolo archeologico dalla Soprintendenza, che ne vieta anche la balneazione.
Pochi metri più avanti, per gli amanti della pesca subacquea e delle immersioni, la spiaggia de L’Occhiale è quella che consigliamo. Con i suoi fondali pescosi, di polpi, ricci, patelle, “i surici” ossia il pesce pettine, questa parte di costa è una delle migliori. Il nome l’Occhiale deriva dalla presenza di due grandi cavità naturali poste parallelamente sulla parete rocciosa, creano l’effetto visivo di un occhiale.
L’ultima spiaggia della costa meridionale di Tropea, delimitata dal torrente Vitrano, confine naturale con Santa Domenica di Ricadi nel dialetto locale prende il nome di “U Volu du Corvaru”. Probabilmente questa denominazione deriva dal fatto che in questo tratto di costa, vi era la presenza di numerosi corvi e gazze che si appollaiavano nella falesia sovrastante e si lanciavano, gracchiando, verso la spiaggia sottostante. Anche in questo specchio di mare, c’è una scogliera che sorge a fior d’acqua, che racconta di una storica leggenda.
Questo scoglio prende il nome di “Gabba Turchi” e la leggenda si riconduce al periodo delle incursioni turche, quando le navi corsare minacciavano e assalivano le coste e le imbarcazioni locali. Il racconto popolare narra che in quell’epoca alcuni marinai tropeani al rientro da una giornata di pesca furono sorpresi da una nave turca con l’intenzione di catturarli e venderli come schiavi. I pescatori, conoscendo i fondali del mare, si diressero verso questa scogliera, inseguiti dai pirati che restarono incagliati su questi scogli fino ad affondare. I pirati furono dunque “gabbati”, beffati, dai pescatori tropeani e da quel momento, fino ai giorni nostri questo tratto di costa è denominata Gabba Turchi.
Come arrivarci? In tutte le spiagge elencate ci sia arriva solo via mare, noleggiando o facendo un tour in barca!
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